mercoledì 24 dicembre 2014

Giornata sospesa dall'essere Belluschi. (For you)

Chi mi conosce sa quanto sia riservato nella fattispecie sentimentale.
Non sono bravo ad esprimerli in pubblico, tanto meno in rete o sui social network. O meglio, oltre a non essere bravo, direi proprio che non mi piace.
Nelle statistiche personali mi vanto di non aver mai scritto su facebook un "ti voglio bene";"ti amo" o pubblicato i famosi cuoricini. Ho sempre compatito chi lo faceva.
Ma....

Questo incipit potrebbe fare supporre ai lettori che sia in procinto di cambiare "politica aziendale". Beh, non è così. Continuerò a fare il "duro". Tra virgolette perché sono cosciente che tale qualifica non si acquisisca certo con i comportamenti sopra esposti, bensì con altro. Ma tant'è: questo è Michele Belluschi, Signori.

Ma oggi no.

Oggi voglio dedicare una "giornata sospesa" da questo atteggiamento alla mia ragazza, Daisy. Perché se lo merita. Perché mi comporto troppe volte come un coglione.
Mi costa tanta fatica rendere pubblico questo scritto, più di quella che farò a correre la 100Km del Passatore tra X anni, come mi hai chiesto per un potenziale regalo futuro. Spero apprezzerai tanto.

E quindi:

Buon Natale Amore, perché nonostante non creda nell'oggetto della festa sono contento di passarlo con Te assieme alla mia famiglia.

Ti amo, perché rispetti a 360° il mio carattere come nessuna prima.

E.... direi basta, perché so che non ti piace leggere papiri. Quindi chiudo con questo:


Con questa:


E infine con questo:



Un saluto a tutti gli amici.

E vi prego: non infierite coi commenti :) 

lunedì 20 ottobre 2014

Decima candelina alla gara di Oltrona

Ritorno a scrivere su questo blog dopo tempi biblici. Ho dovuto persino cambiare la password dell'account perché non accendendovi da quasi un anno non la ricordavo più.

Lo faccio per rendere omaggio a una gara del mio territorio e festeggiare la mia decima partecipazione ad essa.
Si tratta del "Memorial Giovanni Volere" di Oltrona San Mamette (CO).
Tredici edizioni totali, la prima nel 2002. E in dieci di esse posso dire "io c'ero", non so se altri possano contare più presenze di me. Da appassionato di statistiche applicate alle gare, credo che prossimamente andrò a stabilirlo.
E' una gara relativamente recente, ma dalla struttura "vecchio stile". Non è stata fortunatamente contaminata dal "podismo new age", che personalmente odio.
Quello di gare per fighette, tipo Dj ten e colour run.
Quello popolato da atleti sempre più fissati con magliette tecniche, orologi satellitari, i-pod, integratori, ritmi da rispettare e non sforare, massaggi.
Quello di che spende una barcata di soldi e va sempre più piano.
A Oltrona si parte in 60-70 e corrono quasi tutti a "buon livello".  Tra virgolette perché è un termine sempre contestualizzabile. "Un buon livello" che ai Keniani fa ridire, ma di valore centrato nello scenario di gare regionali in Lombardia di questo decennio. Quelli che arrivano più dietro sono magari gli atleti più anziani che un tempo a loro volta riuscivano a esprimersi a buoni livelli, anche migliori rispetto a quelli di chi arriva davanti ora.
Gara su circuito cittadino da ripetere più volte, in modo da generare un minimo coinvolgimento anche nel pubblico. Cronometraggio ancora alla vecchia maniera, niente chip. Questo non è necessariamente un bene, ma il pensiero di non andare a gonfiare le tasche delle principali ditte di cronometraggio sul mercato, che operano prezzi esorbitanti per i servizi offerti contrasta bene l'eventuale disagio di classifiche che non vengono pronte in un attimo.
E' una gara che porta ancora rispetto a chi cerca  di fare un minimo di agonismo. Un buon montepremi per i primi classificati non manca mai dalla prima edizione. Una delle poche gare che mettono in ordine di priorità prima gli atleti e poi gli eventuali utili, in un panorama sempre più imbarazzante da questo punto di vista. Crescono come funghi le gare che pensano solo a fare cassa. Sassate da 15-20 euro di iscrizione per un numero complessivo di iscritti che supera certe volte il migliaio. Poi vai a guardare alla voce "premi" e ti ritrovi i cesti di banane, offerti a gratis da uno dei tanti sponsor. Per non avere poi un ordine d'arrivo da corsa parrocchiale, alcuni di questi fenomeni organizzativi danno qualche soldo sotto banco (in nero of course) a uno / tre mercenari di turno, che in assenza di avversari fanno la scampagnata della domenica.
Altri invece non si pongono nemmeno quel problema di immagine. Chissenefrega dell'ordine d'arrivo, l'importante è aver generato un bell'utile al termine della manifestazione.
 Mi viene in mente in ordine di tempo la maratona di Carpi, vinta quest'anno con il tempo imbarazzante di 2h41'. Non erano previsti premi in denaro. Non serve la laurea in statistica che sono prossimo a prendere per capire che c'è forte correlazione tra qualità dell'ordine d'arrivo e premi previsti per la gara.
Ho letto su internet di gente incazzata, perché ai loro tempi con 2h40' non erano arrivati neanche nei primi 100 alla maratona di Carpi. Non si devono arrabbiare, la maratona che correvano loro non ha nulla a che vedere con la kermesse di quest'anno. Due manifestazioni diverse.

Ma sto clamorosamente divagando. Torno ad Oltrona e lo faccio rivivendo le mie dieci partecipazioni a questa manifestazione.

Anno 2003.
Era il primo anno che correvo. Categoria 'esordienti', i più piccoli in gara. Non ricordo molto di quell'edizione. Eravamo in 5 ed arrivai secondo, battuto da Aiani, fortissimo in quegli anni. 3 minuti di gara, una sparata. Sì, adesso, ai tempi sembrava lunghissima.



Anno 2004.
Salto di categoria, tra i 'ragazzi'. Andai molto piano, come del resto in tutta quella stagione. Mi si ribatterà "perché sei mai andato forte?". Ed in effetti... Diciamo che relativizzando tutto, quello è stato sinora l'anno peggiore da quando corro. Poco allenamento come altrettanto poca la voglia. La fortuna però di essere inserito in un gruppo in cui mi divertivo molto a sparare cazzate, quindi non c'era il rischio di abbandonare anzitempo l'attività.
Da notare che nell'ordine d'arrivo solo altri due sono poi andati avanti. L'amico Francesco Puppi, che mi diede una bella spazzolata e il vincitore, Michele Fontana, già ai tempi superiore a tutti.




Anno 2005.
Secondo anno tra i 'ragazzi' e netto miglioramento. Ho un ricordo particolarmente piacevole di quell'edizione perché battendo per la prima volta in vita mia Andrea Montana, misi in cassaforte a una gara dal termine la vittoria al 'Trofeo Ripamonti', circuito di 7 gare nella provincia di Como. Mi sembrava di aver vinto un campionato del mondo.



Anno 2006.
Passaggio nella categoria 'cadetti' e prima vittoria su queste strade. Ero in un periodo di ottima forma, come mi capita quasi sempre nel mese di ottobre. Me la giocai in volata con Riccardo Sitta, che ormai da 3 anni non c'è più.
Da sottolineare che si corse per 9 minuti e rotti, che per gli standard della categoria erano tanti. Già a quei tempi iniziavano a piacermi le gare di fondo.



Anno 2007.
Secondo anno tra i 'cadetti', in cui bissai la vittoria dell'anno prima. Volata alla morte con Alessandro Tronconi, che diventerà qualche anno dopo un grande amico. Riuscii a prevalere di 3 decimi. Conservo ancora la foto della bagarre finale, scannerizzata fa pena ma è sempre meglio che niente.
La gara era anche valevole come campionato provinciale di corsa su strada. Fu il primo titolo che vinsi su quel terreno.




Anno 2008.
Si passa alla categoria 'allievi', ma la solfa non cambia. Per il terzo anno consecutivo arrivo a giocarmi la gara in volata. Questa volta però perdo, uccellato da Marcone Masdea. Al terzo posto si classifica il "coach" Luca Filipas. Credo sia stata proprio quella la gara in cui iniziai ad affrancare con lui e Tronconi un rapporto ch andava oltre all'essere semplici avversari in gara.


Anno 2009.
Secondo anno tra gli allievi e prima edizione in maglia Daini. Un'annata di cui ho tanti bei ricordi, perché il cambio di società coincise anche con un aumento dell'impegno da dedicare a questo sport. E ciò si tradusse nei risultati. Passai da 9'29" a 9'02" sui 3000 in quella stagione. Quell'edizione di Oltrona andò in archivio con una vittoria piuttosto agevole. L'ultima partecipazione nella bambagia delle categorie, dall'anno seguente infatti si passerà alla gara con gli assoluti.



Anno 2010
Primo anno juniores e primo anno nella gara assoluta. In quell'edizione gli organizzatori allungarono la distanza facendola arrivare a quasi 10Km. Prima era solitamente stata sui 7-8Km. E' una delle poche critiche che si possono muovere agli organizzatori: non hanno mantenuto nel tempo un percorso identico di anno in anno da poter confrontare i tempi delle diverse edizioni.
Feci tutta gara con l'amico Matteo Malinverno, salvo poi batterlo nella volata per il 6^ posto. A onor del vero la rubai un po', perché rimasi quasi sempre alla sua ruota per tutta la gara.



Anno 2011
Dopo 8 partecipazioni consecutive nel 2011 non partecipai. La gara era concomitante coi campionati italiani di mezza maratona a Cremona. Avrei fatto un'ottima figura, perché proprio a Cremona pescai una gara sopra le aspettative correndo in 1h09'50".

Anno 2012.
Seconda uscita con gli assoluti. Si corse su un giro insolito rispetto agli altri anni, allungato di un bel pezzo con una variante inedita. Fu una gara dal primo metro per il quarto posto. I primi tre erano imprendibili a priori.
Ne uscì un bel duello con una leggenda del podismo lombardo come Graziano Zugnoni, che spuntai ancora una volta in volata.



Anno 2013.
Altra assenza. E clamorosamente per lo stesso motivo: campionato italiano di mezza maratona a Cremona. L'epilogo rispetto al 2011 fu però diametralmente opposto: pescai una giornata negativa andando prematuramente in crisi. Ciò mi fece ritirare a metà gara.

Anno 2014.
Decima candelina e quarto posto come nel 2012. Questa volta però con una concorrenza molto più tosta.
Di sta edizione tra qualche anno ricorderò probabilmente la sofferenza micidiale dell'ultimo giro. Ero finito, ma son riuscito a raschiare il barile per mantenere il vantaggio che avevo guadagnato su quelli dietro.


domenica 10 novembre 2013

Track & Field Tutor, il progetto di Luca Filipas

Lunedì 25 novembre Luca Filipas presenterà a Casorate Sempione il progetto Track & Field Tutor, nuovo programma di tutoraggio degli allenamenti nato dal desiderio di rinnovare la tradizionale visione dell'allenamento amatoriale.

Appuntamento alle ore 21:00 presso la Sala Civica di Via Verbano 19. Nel Frattempo consiglio di dare un'occhiata al volantino dell'evento per saperne di più.





lunedì 8 luglio 2013

Mauro Gabellotto (20/10/1970 - 07/07/2013)

Ci ha lasciati ieri Mauro Gabellotto. Uno dei più forti maratoneti della storia del podismo comasco, con quel 2h16'42" che gli valse il terzo posto nella maratona di Cesano Boscone del 1997. Un tempo importante, alla portata di ben pochi non professionisti, quale lui era.
E' morto correndo. L'aleatorietà beffarda degli eventi ha voluto che fosse proprio la passione che gli ha regalato tante soddisfazioni a tirare la riga finale della sua esistenza.
Abito a 3-4Km da casa sua, eppure non lo vedevo da una vita. Non sapevo nemmeno dove abitasse. A Lentate sul Seveso ci passo sporadicamente in allenamento. Chissà, potrei pure essere transitato senza accorgermene davanti a casa sua negli ultimi mesi.
L'ho visto l'ultima volta per caso, alla stazione di Carimate. Io in borghese di ritorno dall'università, lui fermo in attesa di riprendere a correre una volta alzato il passaggio a livello. Due parole scambiate, le ultime.
Non ci ho mai corso contro. Quando ho cominciato a fare gare lunghe lui aveva ormai abbandonato le velleità agonistiche. Giusto così, l'attività a pieno regime l'ha fatta quando il fisico esprimeva il massimo del potenziale. Inutile aggiungere che non l'avrei visto manco col binocolo.
Lo ricordo nelle corse su strada che seguivo da piccolo a seguito di mio padre. Solo pochi frammenti, ma era un atleta particolare che non si poteva non notare. Correva con un braccio legato, causa un incidente avuto da giovane in moto. Un emblema del "non mollare un cazzo".
Per molti ora è una leggenda, per me lo era già.



giovedì 4 aprile 2013

Come sei messo col blog? 'Na favola.

Oggi sul treno in direzione università mi è stata posta dall'amico Fede LP una domanda sconvolgente: "Come sei messo col blog?".
La risposta è stata più o meno: "Una mancanza di voglia della madonna, non scrivo più da una vita".
Ed in effetti sono la bellezza di 74 giorni che c'è un silenzio di tomba sul blog.
Avevo preannunciato che ero pigro, ma stavolta mi sto davvero superando.
Tranquillizzo quindi i milioni di visitatori che quotidianamente aprono la pagina sul fatto che non sono morto, bensì solo in attesa di periodi di forma letteraria migliori.
Scusatemi in anticipo per la lunghezza estrema di questo post (figa ho faticato di bestia persino a cercare la foto) e buona continuazione a tutti.
Bella!

domenica 20 gennaio 2013

L'idolo del mese di gennaio

Mancano ancora 11 giorni alla fine di gennaio, ma mi sento già di dare il primo verdetto per il premio "Idolo del mese".
Apprezzo da sempre in modo esponenziale i colpi di genio, anche quando si tratta di vere e proprie cazzate. Ad esempio uno dei miei più grandi idoli è Pedro Valti, l'uomo che si prese gioco di Amadeus all'eredità (qui il video), evoluzione di quel signor Giancarlo che scelse la gloria al posto dei soldi alla vecchia Ruota della fortuna (qui il video).

La scelta di questo mese è comparsa dal nulla questo pomeriggio. Ero intento a studiare per un esame  sempre più vicino, quando mi sono imbattuto in questo testo, presente in uno dei file delle esercitazioni sulla pagina web del corso:


Informandomi al volo con alcuni compagni di facoltà, sono subito risalito alle generalità dell'eroe, tale Federico Pasini. Si tratta dell'addetto al tutorato (una sorta di servizio supplementare che la facoltà offre allo studente) del corso di algebra lineare.
Purtroppo mi devo rammaricare del fatto di non aver mai frequentato le ore di tutorato tenute da quest'epico personaggio, che mi è stato confermato essere da altri un vero e proprio soggettone. Mi sarei fatto delle ottime risate.

Oh, magari qualcuno sarà rimasto deluso da questa cosa, che rimane pur sempre una banalità. Ma devo ammettere che è forse la prima volta in vita mia che vedo un autore mettersi a fare il fenomeno in un testo formale e ufficiale di facoltà. Mi ha cambiato il pomeriggio di studio. Nel senso che da lì in avanti mettendomi a condividere la foto e sparando cazzate con gli altri, non ho combinato praticamente più nulla.

Quindi giù il cappello per Federico Pasini: idolo delle folle, gennaio 2013.
E a proposito di Pasini, mi è appena venuto in mente un altro grande classico di youtube che a suo tempo mi mandò KO in modo assoluto (qui il video).
E con questo ho chiuso in bellezza il post.

giovedì 17 gennaio 2013

Lance Armstrong resta il Numero Uno

Con tutto questo gran parlare degli ultimi giorni, giusto spendere qualche riga per parlare di Lance Armstrong.
Presumo che anche i meno appassionati in materia ciclistica sappiano chi sia. Quindi non annoierò con lunghe biografie facilmente reperibili su wikipedia e affini.

Non sono stato un fan di Armstrong nella prima delle tre macro-fasi della sua carriera ciclistica, quella da grande uomo da classiche. Per il semplice motivo che a quell'epoca ero talmente piccolo dal non andare in bicicletta neanche con le rotelle. Ma ho potuto gustarmi, grazie a youtube, il capolavoro del Mondiale di Oslo nel 1993, che lo incoronò come il più giovane campione del mondo della storia.

Non sono stato un fan di Armstrong nemmeno nella seconda fase della carriera, quella più importante. Quella della grande vittoria sul cancro. Quella dei 7 Tour di fila e dell'onnipotenza in gruppo.
 I vincenti alla lunga mi stancano sempre e  lui era diventato il Vincente con la maiuscola. Quindi non ho nessun problema a dire che in diversi Tour ho tifato per Ullrich.
Ma è indubbio che in quegli anni ho provato un grandissimo rispetto per Lance corridore. Rispetto e ammirazione che sono cresciuti negli anni seguenti, ragionando sulla grandezza di vincere per 7 anni di fila la corsa più prestigiosa dell'anno. Grandezza di gambe, ma soprattutto di testa e carattere. Doti, quest'ultime due, che apprezzo in modo esponenziale in uno sportivo.

Non sono stato un fan di Armstrong neanche nell'ultima fase della carriera, quella del rientro dopo 4 anni dal ritiro annunciato. Non apprezzai quel volersi imporre a leader della squadra a tutti i costi, quando le gambe per poterlo essere erano ormai sparite. Quando nel roster era evidente a tutti che il più forte era Contador.

Non sono quindi mai stato un fan di Armstrong (e siamo alla quarta ripetizione), ma sentire/leggere in questi ultimi mesi diversi commenti negativi nei suoi confronti mi ha dato veramente molto fastidio.
Era dopato. Sissignori se lo era. Era dopato come lo erano tutti i più forti della sua epoca.

Mi si obietterà che lui si dopava più degli altri. Non ho i dati e l'esperienza diretta per poterlo confermare. Può darsi sia vero.
Ma quando nel ciclismo vige/vigeva la legge della giungla. Quando tutti, e ribadisco tutti, provavano ogni mezzo per implementare le proprie performance, bisogna accettare di perdere e prendere le batoste non solo sulle strade delle grandi corse, ma anche negli ambulatori medici.
 E' un discorso immorale, contro l'etica sportiva. Lo so. Ma in questa fattispecie bisogna abbandonare la mentalità del chierichetto, quella che crede che lo sport sia il giardino pulito di un mondo alla deriva morale in tutti gli ambiti. Bisogna prendere atto che in quel periodo il ciclismo era marcio come non mai. E la colpa non era di Armstrong.

Mi si obietterà che la federazione mondiale sapeva tutto e lo ha coperto. Vero. Ma anche qui propongo un quesito: quanta gente negli anni è stata coperta dalla federazione? Solo Armstrong? Non credo proprio.
Davvero tanta è la gente che ha vinto dopandosi facendola franca. Centinaia di fedine pulite solo all'apparenza. C'è stato anche il periodo in cui eravamo noi italiani a farla da padroni. Quindi perché mai dovrei biasimare Armstrong?
Dovrei invece biasimare i comportamenti della federazione mondiale? Forse.
Ma non ho le presunzione per farlo. Sicuramente avrà agito per favorire i propri interessi e quelli dei suoi compagni di merende, ma credo che gestire una baracca così complessa sia un'operazione tutt'altro che semplice, per via delle centinaia di variabili e intrallazzi che vanno tenuti in considerazione.
Anche qui bisogna abbandonare la mentalità del chierichetto e assumere quella del figlio di puttana per capire il ragionamento. Capire, non giustificare eh. Ma nemmeno attaccare.

Ad Armstrong  si può obiettare che non era una bella persona: arrogante, falso, cinico. Ma non gli si può imputare di aver vinto grazie al doping.
Ha vinto perché era il più forte. Di gambe, testa e carattere.
E siccome di uno sportivo mi piace giudicare solo le gesta sul campo, a prescindere che sia un fuorilegge o l'uomo più buono del mondo, non posso che levarmi il cappello e ringraziare Lance per quello che ha dato al ciclismo.
Per me resta il vincitore di 7 Tour de France. Il numero Uno di un'epoca.